STORIA

Il Bangladesh, ufficialmente Repubblica Popolare del Bangladesh, è un paese dell'Asia. Spartisce i suoi confini terrestri su tutti i lati con l'India ad eccezione di un piccolo tratto con la Birmania nell’estremo sud-est. A sud è bagnato dal Golfo del Bengala. Assieme con lo stato indiano del Bengala Occidentale costituisce la regione etnico-linguistica del Bengala. Il nome Bangladesh significa "Paese del Bengala" in lingua ufficiale bengalese. Il Paese si estende su 144.000 km², e possiede una popolazione di 153 milioni di abitanti.[1]
I confini dell’odierno stato del Bangladesh sono stati stabiliti con la partizione tra Bengala e India nel 1947, quando la regione divenne la porzione orientale del neo-costituito Pakistan, sebbene separata dallo stato a occidente da ben 1.600 km attraverso l'India. Discriminazioni linguistiche, politiche ed economiche condussero ad agitazioni popolari contro Pakistan Occidentale, che portarono alla guerra per l'indipendenza nel 1971 e la costituzione dello Stato del Bangladesh. Tuttavia, il nuovo Stato ha dovuto sopportare carestie, catastrofi naturali e la povertà diffusa, così come sconvolgimenti politici e colpi di stato militari. Il ripristino della democrazia nel 1991 è stato seguito da una relativa stabilità e progresso economico.
Il Bangladesh è tra i paesi più densamente popolati del mondo ed ha un elevato tasso di povertà. Geograficamente il paese è localizzato sulla fertile pianura del delta di Gange e Brahmaputra, ed è soggetto alle annuali inondazioni dei monsoni e cicloni. Il Bangladesh è membro di Commonwealth, SAARC, BIMSTEC, OIC, e D-8. Come rilevato dalla Banca Mondiale nel luglio 2005, il paese ha compiuto progressi significativi nello sviluppo umano nei settori dell’alfabetizzazione, nella parità di scolarizzazione e nella riduzione della crescita della popolazione.[2


I resti di antiche civiltà nella regione del Bengala risalgono ad almeno quattromila anni fa,[3] quando la regione era abitata da popolazioni dravidiche, tibeto-burmano e austro-asiatiche. L'esatta origine della parola Bangla o Bengala è sconosciuto, anche se si ritiene che possa derivare da Bang, la tribù di lingua dravidica che si stabilì in questo territorio intorno all'anno 1000 a.C.[4]
Il Regno di Magadha nel V secolo a.C.
Dopo l'arrivo degli indo-ariani, si andò formando il regno di Gangaridai intorno al settimo secolo a.C., che poi venne unificato con il Bihar sotto il dominio del Magadha prima e dell’Impero Maurya poi. Il Bengala è stato in seguito parte del vasto Impero Gupta dal terzo al sesto secolo d.C. Dopo il collasso dell’impero, Shashanka fondò un regno che ebbe però breve vita. Shashanka è considerato il primo re indipendente nella storia del Bangladesh. Dopo un periodo di anarchia, la dinastia Pala, buddista, dominò la regione per quattrocento anni, seguita da un breve regno della dinastia indù Sena. L'Islam venne introdotto nel Bengala nel XII secolo da missionari sufi e le successive conquiste musulmane contribuirono alla diffusione di questa religione in tutta la regione.[5] Bakhtiar Khilji, un generale turco, sconfisse Lakshman Sen della dinastia Sena e conquistò gran parte del Bengala. La regione venne governata da dinastie di sultani e signori feudali nei successivi cento anni. Con il XVI secolo, l'Impero Moghul stese i suoi domini Bengala, e Dacca divenne un importante centro provinciale dell’amministrazione dell’impero.
I commercianti europei arrivarono nel tardo XV secolo, e la loro influenza crebbe fino a quando la Compagnia Inglese delle Indie Orientali acquisì il controllo del Bengala in seguito alla battaglia di Plassey nel 1757.[6] La sanguinosa ribellione del 1857 portò al trasferimento di autorità alla corona, con un viceré britannico.[7] Nel corso della dominazione coloniale la carestia colpì il subcontinente indiano molte volte, compresa la Grande carestia del Bengala del 1943 che affamò più di 3 milioni di persone.[8]
Mappa della provincia del Bengala, 1893.
Tra il 1905 e il 1911, vi fu un fallito tentativo di separare la provincia del Bengala in due zone, con Dacca capitale della regione orientale.[9]
Quando l'India venne divisa nel 1947, il Bengala venne spezzato in due lungo un confine religioso, con la parte occidentale, induista, rimasta sotto il governo dell'India e la parte orientale, musulmana, congiunta al Pakistan come provincia chiamata Bengala orientale (poi ribattezzata Pakistan orientale), con una propria capitale a Dacca.[10]
La divisione del Bengala diede origine ad uno degli esodi numericamente più importanti della storia. Milioni di indù migrarono dal Pakistan orientale mentre migliaia di musulmani vi si trasferirono. L'immigrazione dei rifugiati fu la causa di una crisi abitativa e alimentare in Bengala Occidentale che durò per più di trent'anni. L'emergenza dei rifugiati fu al centro delle politiche bengalesi successive alla divisione del 1947, ma né la destra né la sinistra sono mai riuscite a risolvere completamente i problemi causati dalla divisione, che in alcuni casi hanno dato vita a movimenti politici, socio-economici ed etnici.[14]
Nel 1950 venne attuata una riforma fondiaria con l'abolizione del sistema feudale (zamindari).[11] Tuttavia, nonostante il peso economico e demografico della parte orientale, il governo politico e militare del Pakistan era in gran parte dominato dalle classi della parte occidentale. Il Movimento della lingua bengalese del 1952 fu il primo segno di attrito tra le due regioni del Pakistan.[12] Insoddisfazioni contro il governo centrale, oltre a questioni economiche e culturali continuarono a crescere nel successivo decennio, durante il quale la Lega Awami (Lega Popolare Bengalese) emerse come voce politica della popolazione di lingua bengalese. Negli anni ’60 chiese fortemente l'autonomia e nel 1966, il suo presidente Sheikh Mujibur Rahman venne incarcerato, per essere poi rilasciato nel 1969 dopo una rivolta popolare senza precedenti.
Nel 1970 un potente ciclone devastò la costa del Pakistan orientale, e il governo centrale reagì in maniera insufficiente. La rabbia della popolazione crebbe quando a Sheikh Mujibur Rahman, il cui partito Lega Awami (Lega Popolare Bengalese) aveva vinto le elezioni nel 1970,[13] venne impedito di prendere mandato.
Dopo un tentativo di compromesso il presidente Yahya Khan arrestò Majibur nelle prime ore del 26 marzo 1971, e lanciò l’Operazione Searchlight,[14] un attacco militare al Pakistan Orientale. I metodi di Yahya furono estremamente sanguinosi, e la violenza della guerra causò molti morti fra i civili.[15] Circa dieci milioni di rifugiati fuggirono nella vicina India.[16] Le stime dei massacrati sono imprecise, ma sono comprese tra i 300.000 e i 3 milioni di morti.[17]
Gli effetti del ciclone che ha colpito il paese nel 1991.
La maggior parte dei leader della Lega Awami fuggirono e organizzarono un governo in esilio a Calcutta, in India. La guerra di liberazione del Bangladesh durò nove mesi, e infine ricevette il sostegno da parte delle forze armate indiane nel dicembre 1971. L'esercito indiano ottenne una decisiva vittoria sul Pakistan il 16 dicembre 1971, catturando oltre 90.000 prigionieri di guerra.[18] Dopo la sua indipendenza, il Bangladesh divenne una democrazia parlamentare, con Mujib come Primo Ministro. Nel 1973 alle elezioni parlamentari la Lega Awami ottenne la maggioranza assoluta.
Gravi carestie si verificarono nel 1973, nel 1974,[8] e nei primi mesi del 1975. Il 15 agosto 1975 Mujib e la sua famiglia vennero assassinati da ufficiali militari.[19] Una serie di sanguinosi colpi e contro-colpi di stato nel tre mesi a seguire si conclusero con l'ascesa al potere del generale Ziaur Rahman, che fondò il Partito nazionalista del Bangladesh (BNP). Il governo di Ziaur si concluse quando venne assassinato nel 1981 da elementi delle forze armate.[19]
Il generale Hossain Mohammad Ershad, conquistò il potere in un colpo di stato incruento nel 1982 e governò fino al 1990, quando fu costretto a dimettersi dopo la fine del comunismo, quando il dittatore anti-comunista non era più ritenuto necessario.
Da allora, il Bangladesh ha riottenuto una democrazia parlamentare. La vedova di Ziaur, Khaleda Zia, portò il Partito nazionalista del Bangladesh alla vittoria alle elezioni generali nel 1991 e divenne la prima donna Primo Ministro nella storia del Bangladesh. Tuttavia, la Lega Awami, guidata da Sheikh Hasina, una delle figlie di Mujib sopravvissuta, ottenne il potere nel 1996, per perderlo in favore del Partito nazionalista del Bangladesh nel 2001.
Nel 11 gennaio 2007, a seguito di violenza diffusa, venne nominato un governo per gestire le future elezioni generali. Il paese aveva sofferto di corruzione, e di disordini politici.[20] Il nuovo governo pose come priorità lo sradicamento .

Geografia fisica
Immagine satellitare della regione geografica dove è localizzato il Bangladesh, con il delta del Gange e il Sundarbans.
Il Bangladesh si trova nella bassa terminale del sistema fluviale Gange-Brahmaputra, e più precisamente nella regione del delta del Gange. Questo delta è formato dalla confluenza dei fiumi Gange (nome locale Padma o Podda), Brahmaputra (Jamuna o Jomuna), e Meghna e dai rispettivi affluenti. Il Gange si unisce alla juana (canale principale del Brahmaputra) e più tardi si unisce con il Meghna prima di sfociare nel Golfo del Bengala. Il terreno alluvionale depositato da questi fiumi ha creato alcune delle più fertili pianure in tutto il mondo. Il Bangladesh ha 58 fiumi transfrontalieri (nella maggior parte dei casi con l’India),[21] rendendo l'acqua una questione politicamente complicata da risolvere. La maggior parte del territorio del Bangladesh si trova a meno di 12 metri sopra il livello del mare, e si calcola che circa il 50% dei terreni verrebbero inondati se il livello del mare salisse di un metro.[22]
Il punto più alto in Bangladesh viene toccato sulla catena dei Mowdok a 1.052 metri nei Chittagong Hill Tracts nel sud-est del paese.[23] Una parte importante del litorale comprende una giungla paludosa, il Sundarbans, la più grande foresta di mangrovie del mondo e la patria di diverse specie di vita animale e vegetale, ivi compresa la tigre del Bengala. Nel 1997, questa regione è stata dichiarata a rischio.[24]

[modifica] Clima

Posto a cavallo del tropico del Cancro, il Bangladesh presenta un clima tropicale con inverni miti da ottobre a marzo, ed una stagione calda e umida da marzo a giugno. La stagione del monsone dura da giugno a ottobre e fornisce la maggior parte delle precipitazioni atmosferiche che cadono sul paese. Calamità naturali, quali inondazioni, cicloni tropicali, tornado, mareggiate, si verificano quasi ogni anno,[25] e si combinano con i danni provocati dalla deforestazione, dal degrado del suolo e dall’erosione. Si ricorda a questo proposito il disastro del novembre 1970 causato dal ciclone Bhola[26], nel quale persero la vita oltre 300.000 persone. Altre pesanti inondazioni sconvolsero il paese nel 1991 e nel 2007, in entrambi i casi con gravi perdite umane, villaggi distrutti con migliaia di senzatetto e coltivazioni gravemente sinistrate.
Le temperature variano da una media di 21 °C durante il giorno nella stagione fredda (raggiungendo i 10 °C circa nelle ore notturne) a un massimo di 35/38 °C durante la stagione calda.

[modifica] Economia

Coltura del riso in Bangladesh. Una scena comune nelle campagne. I 2/3 della popolazione sono impiegati nell'agricoltura.
Nonostante i continui sforzi nazionali e internazionali volti a migliorare l’economia del paese e le prospettive demografiche, il Bangladesh rimane una nazione in via di sviluppo.[27] Il suo reddito pro capite nel 2006 è stato di 2.300 $ (a parità del potere d'acquisto) rispetto ad una media mondiale di 10.200 $.[1]
Un tempo la iuta è stata il motore economico del paese. La sua quota di mercato nelle esportazioni del Bangladesh raggiunse l'apice dell’80% tra la Seconda guerra mondiale e la fine degli anni quaranta del XX secolo,[28] e ancora nei primi anni settanta rappresentava il 70% dei proventi dell’esportazione. Tuttavia i prodotti di polipropilene iniziarono via via a sostituire i prodotti di iuta in tutto il mondo e il commercio di questo prodotto iniziò a diminuire. Tra le principali colture del Bangladesh vi è riso, (cia) e senape.
Sebbene i due terzi della popolazione sia impegnata nell’agricoltura, i tre quarti dei proventi delle esportazioni derivano dal settore abbigliamento,[29] che ha iniziato ad attirare gli investitori stranieri negli anni ottanta incoraggiati dalla manodopera a basso costo. Nel 2002 l'industria in genere ha esportato prodotti per 5 miliardi di dollari americani.[30] L'industria occupava nello stesso periodo più di 3 milioni di lavoratori, il 90% dei quali donne.[31] Una quota sostanziale delle entrate di valuta estera derivano dalle rimesse degli emigrati.

Gli uffici della Grameen Bank a Dacca fondata dal banchiere Muhammad Yunus.
Tra gli ostacoli maggiori alla crescita economica vi sono i frequenti cicloni e inondazioni, l’inefficienza delle imprese di proprietà statale, la cattiva gestione delle infrastrutture portuali, la crescita della forza lavoro non assorbita dai posti di lavoro disponibili, l’uso inefficiente delle risorse energetiche (come gas naturale), con l’insufficiente approvvigionamento di materie prime, la lenta attuazione delle riforme economiche, e la corruzione.
Nonostante questi ostacoli, secondo la Banca Mondiale, il paese ha raggiunto un tasso medio di crescita annuo del 5% dal 1990. L'espansione della sua classe media, ha portato ad una crescita dei consumi. Nel dicembre 2005, Goldman Sachs definì il Bangladesh uno dei "Prossimi Undici",[32] insieme con Egitto, Indonesia, Pakistan e altri sette paesi. Il Bangladesh ha registrato uno spiccato aumento degli investimenti diretti esteri. Nel dicembre 2005, la Banca Centrale del Bangladesh stimò la crescita del PIL di circa il 6,5%.[33]
Un contributo significativo allo sviluppo dell'economia è venuto dalla diffusione del microcredito ad opera di Muhammad Yunus (Premio Nobel per la Pace nel 2006) attraverso la Grameen Bank. Sul finire degli anni novanta la Grameen Bank aveva avuto 2,3 milioni di beneficiari, insieme ad ulteriori 2,5 milioni delle altre organizzazioni similari.[34]
Al fine di potenziare la crescita economica, il governo ha istituito diverse zone speciali per attrarre investimenti stranieri. Queste sono gestite dal Bangladesh Export Processing Zone Authority.
La popolazione del Bangladesh è stimata in 150 milioni di abitanti, il che rende il paese il 7º più popoloso del pianeta. Con una superficie di 144.000 km², la densità è superiore ai 1.000 abitanti per km². Un confronto sorprendente è fatto in relazione alla Russia che possiede una popolazione leggermente inferiore, anche se distribuita su una superficie di 17.500.000 di chilometri quadrati, cioè 120 volte più del Bangladesh. Ad eccezione di una manciata di città-stato, il Bangladesh ha la più alta densità di popolazione nel mondo.[35] Il paese registrò livelli di crescita della popolazione tra i più alti nel mondo tra gli anni ‘60 e ’70 del secolo XX, quando gli abitanti crebbero da 50 a 90 milioni. Solo con la promozione del controllo delle nascite il tasso rallentò negli anni ’80. La popolazione è relativamente giovane, con la fascia di età tra 0-25 anni che assomma al 60% della popolazione totale, mentre solo il 3% ha un’età superiore ai 65 anni. L'aspettativa di vita è 63 anni per entrambi i sessi.[36]
Lingue parlate nel paese.
Il maggior gruppo etnico è il bengalese, che comprende il 98% della popolazione.[37] Il resto è costituito per la maggior parte da migranti Binari e gruppi tribali indigeni. Ci sono tredici gruppi tribali situati nelle Chittagong Hill Tracts, il più popoloso dei quali sono i Chakma. Questa regione ha registrato tensioni etniche sin dalla nascita del Bangladesh.[38] I più grandi gruppi tribali al di fuori delle Chittagong Hill Tracts sono i Santhal e i Garo; altri sono i Kaibartta, Munda, Oraon, Zomi. La tratta di esseri umani è stato un problema persistente nel Bangladesh[39] e l'immigrazione clandestina è rimasta una causa di attrito con Birmania[40] e India.[41]
La lingua bengalese è la lingua ufficiale del paese e la più utilizzata (così come nel Bengala Occidentale).[42] L'inglese è utilizzato come seconda lingua tra i media, nelle classi elevate[43] e nel campo dell'istruzione superiore.[43]
Il tasso di alfabetizzazione in Bangladesh è del 41%,[44] e secondo una stima 2004 dell'UNICEF, del 50% tra gli uomini e il 31% tra le donne.[45]

[modifica] Religione

Baytu al Mukarram, la moschea nazionale del Bangladesh.
La principale religione praticata in Bangladesh è l'Islam (89,7%), e una considerevole minoranza aderisce all’induismo (9,2%)[46] Circa il 96% dei musulmani sono sunniti, il 3% sono sciiti e il restante ahmadiyya. Fra gli altri gruppi religiosi vi sono i buddisti (0,7%, per la maggior parte Theravada), cristiani (0,3%, per la maggior parte cattolici romani), e animisti (0,1%). Il Bangladesh è il quarto paese al mondo per numero di fedeli musulmani (130 milioni), dopo Indonesia, Pakistan e India. L'Islam è la religione di stato del Bangladesh, ma altre religioni possono essere praticate in armonia.[47] La Costituzione istituisce l'Islam come religione di Stato, ma prevede il diritto di pratica (con riserva di legge, dell'ordine pubblico, e della morale) verso le altre fedi.[48]